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Nu suonn' avere Paolo Conte a tiro di abbraccio, durante la sua tre giorni a Napoli. Paolo profuma di antichità e furfanteria: avvocato e cantautore straordinario, “uomo di gomma, ma gomma buona”, come lo ha definito Enzo Gragnaniello. La sospensione del respiro è stata generata da marimbe giganti al San Carlo, dai ripetuti tocchi a portare i baffi all’insù e dai ritmi tenuti con movimenti plastici/spastici, ripetuti incessantemente solo dopo aver indossato piccoli occhiali neri per orbare la luce. Pazzielle e storie d’amore, caffè e sud: Conte canta nella lingua del popolo e sogna posteggiatori in conservatorio. Astorico narratore dall’intenso ardore; si è trattato, certamente, d’amore.